mercoledì 25 novembre 2015

we're so vintage...

we're so vintage...

Come eravamo qualche tempo fa.  Fotografie in bianco nero digitalizzate e musicate per non dimenticare.  Un po' di nostalgia ogni tanto, tanti sorrisi - fosse anche solo per l'abbigliamento anni 70.

giovedì 3 settembre 2015

La mia amica ieri mi ha detto che esco poco e che sto troppo tempo in casa.  Non hai mica novant'anni, ha detto, devi riprendere e darti una mossa. Ha ragione, non posso negarlo.  Ma cosa c'è fuori di casa?  La mia cerchia di amicizie è davvero ristretta, anche a causa dell'eliminazione alzheimeriana che si è verificata negli ultimi anni.  Il che è comunque un bene.  E poi ci sono io, che sono fatta così.  Le chiacchiere mi annoiano, i discorsi leggeri anche, gradisco di più conversazioni profonde, quelle che ti scavano dentro, che ti fanno crescere.
Io sono diventata grande in questi anni, ma il mondo attorno a me mi sembra ancorato al superfluo, e a me non interessa. 
Ho imparato a conoscermi, a capire cosa voglio, a non piegarmi ad incontri di circostanza, ad ascoltarmi e a stare sola.  Forse troppo.  Ma le sere trascorse con un libro in mano e i gatti che fanno le fusa mi ripagano di giornate a tratti eccessive e a tratti vuote, mi spediscono in un mondo che sarà anche immaginario ma che è quello che regge il gioco della vita, il mondo dei sogni e dei desideri irrealizzabili.
Cambierò ancora, nulla dura, ma per ora sto tanto bene così.

venerdì 7 agosto 2015

Ho ringraziato uno per uno tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri e che mi hanno strappato un sorriso nella giornata di ieri. Sono stati tutti auguri graditi e sinceri e questo rende giustizia dell'uso a volte un po' discutibile che tutti noi facciamo della rete.
Ai miei veri amici dico grazie, grazie di cuore.
A quelli che sono stati amici e che ora non lo sono più, perché pavidi di fronte alle difficoltà che hanno caratterizzato la mia vita negli ultimi anni e che hanno ritenuto più opportuno allontanarsi, dico un grazie forse ancora più sentito: finalmente mi sono liberata di loro, della loro inutilità, della loro incapacità di condividere i dolori oltre alle gioie (quelle è facile condividerle), del loro non essere.
Quello che loro hanno perso, cioè una Silvia sempre disponibile e dedita al prossimo prima che a se stessa, lo hanno lasciato ad altri che ne godono ora.


6 agosto 2015

martedì 9 giugno 2015

Perché sprecare parole e pensieri rivolti a coloro che hanno l'apertura mentale e umana di una formica, chiedendo scusa alla formica... Il pensiero unico che fa scagliare i poveri di spirito contro migranti, derelitti, "barbari" nel senso latino di stranieri, e fa inneggiare al grande valore dei dittatori moderni e di qualche anno, fa la dice lunga su come questo miserabile paese abbia ben lavorato per decretare la morte delle coscienze, dell'umanità, del valore dell'uomo e della natura, della cultura, a favore di un'ignoranza sempre più dilagante e che sarà molto difficile da ricondurre verso un, anche seppur minimo,
"sapere".

sabato 30 maggio 2015

PALERMO CHIAMA ITALIA - 23 maggio 1992 - 23 maggio 2015

Palloncini nel cielo tra nuvole e raggi di sole.  Qualcosa di cupo e qualcosa di luminoso.

Emozione, lacrime, brividi giù per la schiena, nel ricordo di tutti coloro che sono stati uccisi dalla mafia ma che non saranno mai dimenticati.

Ero lì con Avis per l'annuale assemblea dei soci.  E i veri volontari sono loro, volontari "estemporanei ed alternativi", volontari nell'esercizio della legalità, perché solo chi segue la propria utopia, e quella era utopia pura, può davvero realizzare qualcosa che resta e che non si perde nell'effimero delle cose materiale che permeano la vita di tutti i giorni.

L'utopia, che si avvicina sempre più man mano che si realizzano piccoli sogni, è lì a ricordarci che sono loro l'esempio da seguire e sono i loro volti sorridenti ma consapevoli che, portati nei nostri cuori, possono darci una ragione per continuare a seguire la strada che ci hanno indicato.

domenica 17 maggio 2015


Sto giocando, forse lavorando, ma dovrei studiare e andare a comprare la pancetta per fare la Quiche Lorraine, i miei alunni mi hano detto "Ce la può fare, prof...!"



https://tackk.com/7s9dju

sabato 16 maggio 2015

Ecco qua.  Il mio primo terzo premio letterario di narrativa breve.  Sono arrivata terza senza nemmeno averlo sperato per un attimo.  Ho partecipato così, al volo e con un racconto scritto d'istinto, ripercorrendo i momenti più belli della mia infanzia e ripensando con tristezza alla mia famiglia d'origine che non c'è più.
E poi, Renato che è arrivato primo...  Quando i giudici lo hanno scoperto ci hanno detto che avremmo dovuto dirlo, sarebbe stata una sorpresa per gli astanti vedere come una piccola famiglia possa amare così tanto leggere e scrivere da farla quasi da padrone nella capitale.


Ecco

sabato 2 maggio 2015

Visual thinking about massive thinking.  
Riflessione visuale sul pensiero unico.

mercoledì 15 aprile 2015

Ripenso a  un viaggio in moto in Scozia, ai bambini lasciati ai nonni, due moto e due tende, Adolfo e Claudia, Salvatore e Silvia, freddo e pioggia, l'imbarco sulla nave da Zeebrugge verso Hull e una notte in cabina quasi da ricchi, i sacchi neri dell'immondizia a ripararci dalla pioggia sugli stivali e poi giù, lungo Loch Ness, verso l'Isola di Skye, a discutere col capitano del traghetto che non aveva legato bene le nostre moto.  Una casettina sull'isola con la padrona che dava da mangiare ai gabbiani, il vento freddo e le gocce di un'invisibile pioggia sui nostri visi, lo sguardo perso nell'azzurro e nel grigio di quella terra meravigliosa, che avevamo tanto sognato di raggiungere.
E prima ancora, al Castello dei McRea Adolfo che gongola e dice questa è casa mia, è il Clan dei Macrì...
Più di 25 anni fa, poi la vita divide, ma rivederti e risentire la tua voce ha cancellato tutti gli anni trascorsi e vorrei che le lacrime che stanno venendo giù ti accompagnassero.
15 aprile 2015 - agosto 1989, da Domodossola alla Scozia.



sabato 21 marzo 2015

Quotidiani exploit demagogico-cattolici televisivi.  Quanti santi laici circolano e sono circolati per il mondo e nessuno ne parla?  Quante persone educano silenziosamente e stessi e chi li circonda e si annoverano nella schiera degli invisibili?  Quante persone operano quotidianamente un bene non codificato da canoni religiosi e per ciò stesso più umile e silente ma non meno incisivo? Quanti muoiono giovani perché cari agli dèi come sosteneva Menandro? E quanti muoiono anziani afflitti da una solitudine che per ciò stesso li dovrebbe santificare? Se le menti non si aprono ma si codificano in banali schemi indottrinanti, questo mondo è davvero senza speranza.  Almeno quella laica, di chi è agnostico, di chi sa che la giustizia sta altrove, non in dio né nello stato, ma nelle proprie coscienze.

sabato 28 febbraio 2015

Tornata alla vita normale, faccio ancora fatica a ricrearmela davvero.  Non fosse per il lavoro e per gli impegni sociali, probabilmente uscirei di casa solo per fare la spesa. Il mondo che c'è qui mi va stretto, il mondo che c'è fuori mi va largo.
Mah, correre e arrancare fanno parte della mia vita da sempre, allora corro e arranco, arranco e corro e ogni tanto mi fermo a pensare se tutto questo valga davvero la pena.
Trovo il sereno nel profumo dei giacinti che vivono in cucina, nelle immagini di alberi precocemente fioriti a Roma e non qui, qui siamo indietro, davvero, immagino di andare dove la natura apre spazi immensi in cui perdersi ed immediatamente ritrovarsi.
Aspetto che qualcuno mi aiuti a uscire di qui, e inaspettatamente lo trovo.  Roma, arrivo...

martedì 27 gennaio 2015

Quando abbiamo svuotato la casa dei miei genitori, quella dove ho trascorso tutta l'adolescenza, per un attimo mi sono seduta del divano del salotto e ho pensato alla mia vita passata lì, al primo giorno dopo il trasloco, alla prima serata passata a guardare "Profondo rosso" alla televisione.
Poi mi sono ripresa e ho continuato il lavoro.
Da ogni armadio saltavano fuori scatole e scatole di medicine di ogni tipo, anche farmaci per curare malattie che i miei genitori non avevano, ma che, chissà perché, erano lì.
Farmaci scaduti da più di dieci anni, quantitativi quasi industriali, medicinali ormai inesistenti sul mercato.
Il babbo era ipocondriaco o semplicemente amava fingersi medico.  Avrebbe voluto iscriversi a medicina, ma le condizioni economiche della sua famiglia non gliel'hanno consentito, così ha ripiegato sull'avvocatura.
Che farne?  Sacchi di medicinali da consegnare alle farmacia per l'eliminazione.  Più farmacie s'intende, perché un po' di vergogna nel riportare tutta quella roba ce l'avevamo.

Ed ecco qua la spiegazione medica. forse, di un sospetto che ho avuto da sempre:

Esiste un legame fra l’uso massiccio di alcuni farmaci comuni, anche da banco, e un rischio amplificato di sviluppare forme di demenza, compreso l’Alzheimer. E’ quanto emerge da un maxi studio condotto sulla popolazione anziana da un team di scienziati Usa e pubblicato su ‘Jama Internal Medicine’. Il report mette sotto i riflettori i rischi “significativamente maggiori” collegati all’assunzione di farmaci comunemente usati con effetti anticolinergici a dosi elevate o per un lungo periodo. Molti anziani, spiegano gli autori del report, ricorrono a queste medicine anche senza ricetta medica.




domenica 25 gennaio 2015

Gentili lettori,
mi avvalgo della gentilezza degli organi di stampa per comunicarvi di aver rinunciato al mio ruolo di Presidente della Comunità Ossolana Famiglie Alzheimer e Anziani Fragili, cedendo il passo alla già Vice Presidente, MariaLuisa Brogi.
L’incarico che avevo assunto con molto entusiasmo è stata un’esperienza importante seppure nella consapevolezza della poca possibilità di azione concreta in questo campo, realtà poco sentita e oggetto anche di possibili strumentalizzazioni.
Mi rimangono comunque la soddisfazione e la certezza di aver contribuito alla diffusione della cultura dell’assistenza ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie, e di essere divenuta, seppur in modo non professionale ma certamente empatico, un punto di riferimento per la condivisione di notizie su questo mondo che a tratti sembra essere parallelo, ma che parallelo non è.
Solo chi vive in prima persona le conseguenze della malattia è in grado di capire cosa essa significhi, può mettere a disposizione la propria esperienza e può aiutare, anche solo con le parole, chi vive la stessa situazione a trovare la forza di andare avanti con la consapevolezza che, nonostante tutto, qualcosa di buono nell’Alzheimer c’è.
Gli anni vissuti accanto al mio babbo, che è diventato il nonno di tutti e che se ne è andato recentemente, hanno dato molto a me e alla mia famiglia, nonostante non ne fossimo convinti. Il silenzio che ora proviene dalla sua stanza riempie le nostre giornate con la presenza del suo non essere qui ma del suo esserci comunque. Tanto abbiamo dato a lui, ma molto è ciò che da lui abbiamo ricevuto.
La pagina facebook
https://www.facebook.com/alzheimerossola/
continuerà ad essere gestita da me che l'ho creata e da alcuni miei collaboratori, perché sono convinta che sia uno dei modi più immediati per la diffusione di notizie e per la condivisione di materiali.
Resto a disposizione di chiunque abbia necessità anche solo di essere ascoltato e vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato.

Silvia Offria