Per le
strade di Domodossola capitava spesso di incontrare un omino minuscolo,
impeccabile nel suo completo giacca e cravatta, e il bel cappotto in inverno -
Buongiorno Maestro, Buongiorno Avvocato. Eh già, Antonino Offria era arrivato dalla
Sicilia tanti anni fa, nei primi anni'40, per fare il maestro. Ancora in molti
se lo ricordavano quel "maestro" severo, ma buono, e in tanti lo
salutavano così. Partendo dalla sua Novara di Sicilia
era arrivato nell'Ossola portando tutto il buono di una terra generosa. In
tutti questi anni vissuti a Domodossola ha portato il suo contributo di
cittadino e di uomo di cultura. Dopo aver fatto il maestro, è
stato Ispettore del Lavoro e poi Avvocato, ma sempre vicino alla gente con
onestà, rispetto della legge e soprattutto del prossimo. Tra le
altre cose ha dato il suo contributo come Giudice Conciliatore, ma ha lasciato
una sedia vuota anche alla "Cinefoto" di cui è stato
uno dei padri fondatori e in pochi lo sanno, ma è stato pure collaboratore
dell'Associazione invalidi civili e mutilati di guerra. Lui non era invalido,
ma dove poteva dare una mano c'era sempre. Merito che gli riconosceranno
sicuramente tutte le persone che l'hanno conosciuto. Appassionato di fotografia
ha lasciato tante pellicole e filmati che raccontano quegli anni duri e
faticosi, ma meravigliosi per chi, come lui, ha saputo vivere questa terra e
costruire una famiglia felice cui dare un futuro. Aveva sposato la Lilia
Aschacher, di Macugnaga, quasi a mettere radici che legassero il Nord al Sud in
modo indissolubile, e con lei regalava sorrisi in quell'irrefrenabile desiderio
di vita e di comunità.
Era da un po' che non si vedeva per le strade della città,
infatti gli ultimi due anni li ha passati tra le braccia della figlia Silvia e
degli adorati nipoti che lo hanno accudito senza mai fargli perdere la dignità,
nonostante una malattia che cancella anche i più elementari ricordi. A salutarlo
questo venerdì di fine novembre però
c'erano ancora tanti amici, commossi e piangenti, nonostante i suoi 89 anni. Tra
gli altri una vecchia collega, la maestra Farina, che, a fatica e con le
stampelle, si è avvicinata al feretro già
nella vettura e con un foglio in mano ha recitato delle bellissime parole di
commiato. Un saluto sincero per un uomo che seppur piccolo è
stato "grande" per onestà, rettitudine e altruismo. Un uomo
generoso. Parole forse antiche, ma che rimarcano un "esempio" da
seguire e non solo da ricordare. Un applauso ha accompagnato così
l'inizio del suo ultimo viaggio verso la "Rotonda", il cimitero di
Domodossola, com'era solito chiamarlo quando andava a salutare qualcuno dei
suoi vecchi amici, tanti, che ci erano già andati prima di lui. Ci mancherà.
Un
ultimo saluto al Maestro, all'Avvocato: Ciao Nino, grazie.
Venerdì,
21 novembre 2014
Renato
Volpone