Le strade marmoree di Malaga accolgono chi arriva con garbo e candore, quasi fossero lì a farti capire che ti stavano aspettando.
Il cielo è blu, anche oltre i teli che coprono e riparano dal sole La Calle Larios.
In fondo, Plaza de la Constitucion offre le immagini della Genesi di Sebastiao Salgado, in un allestimento imponente e magico.
Giù verso il porto, col mare che fa da compagno di passeggiata, si spalancano le braccia dell'Artsenal, dove si mescolano arte, cultura, musica, chiacchiere, sangria e balli. Uno spazio dove artisti in erba, artigiani, cultori dei materiali, si incontrano e fanno sì che le loro opere incontrino l'altro.
I semafori indicano quanti secondi mancano al verde o al rosso e di quanto tempo si dispone per attraversare la strada. Nessun venditore ambulante, pochissimi mendicanti, nessuna bancarella, ma negozi aperti sino a oltre la mezzanotte.
Una lattina di coca cola, una bottiglietta di acqua, una cerveza, costano 1 euro, anche dal venditore di spiaggia che, per fortuna, gira tra gli ombrelloni a portare fresco conforto. Con poco si mangia bene e in modo abbondante, e il pesce è fresco, cotto spesso al momento, come alla Cervezeria la Surena, giù al porto, dove il giovedì il secondo piatto è gratis.
Lascio con dispiacere la città di Picasso, la sua casa, le sue opere, le fondamenta della fenicia MalaKa, la città del'arte e della cultura, la città delle mostre e delle esposizioni, una città per tutti.
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